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COLOMBO AUDIO ELECTRONICS JMP Experience Overdrive - Marshall Style 2203/JCM800

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JMP Experience è un pedale di distorsione ispirato alle sonorità delle prime testate Marshall Master Volume denominate JMP 2203.

La storia, prima…
Era il 1975 quando avviene la prima incursione di Marshall nel mondo degli amplificatori Master Volume. Prima di allora, le testate Super Lead “Plexi” da 30, 50 e 100 watt erano gli amplificatori di riferimento dei chitarristi rock e non solo, responsabili del suono iconico di quell’epoca, imitato e replicato in ogni salsa, diventando un vero e proprio riferimento chitarristico sul quale anche noi abbiamo detto la nostra con il pedale Plexi Breed. Per quanto glorioso e grintoso sia il suono di un “Plexi” ad alto volume, molto spesso ai chitarristi di metà anni ’70 non bastava più il solo suono dell’amplificatore, che senza l’aiuto di un pedale fuzz, distorsore o overdrive, non arrivavano a produrre la quantità di distorsione desiderata. Inoltre, a causa del fatto che su questi amplificatori mancava un controllo di volume generale, l’unico modo per produrre quel famoso suono “Plexi”, era alzarlo in modo che quelle valvole finali (solitamente EL34, ma anche KT66 e 6550) potevano letteralmente creare la magia. Tuttavia questa soluzione per generare distorsione per la maggior parte dei chitarristi era un grande problema a causa dell’elevato volume generato da questi potenti amplificatori. Chiunque si sia mai trovato di fronte a un Marshall Super Lead al massimo sa in prima persona esattamente perché il grande Jim Marshall è stato spesso definito “The Father of Loud”.

L’arrivo del Master Volume
In poche parole, con l’arrivo della testata JMP 2203 nel 1975 viene implementato un potenziometro di volume generale, qualcosa di normale ai giorni nostri, ma all’epoca è stata una vera e propria rivoluzione; il 2203 ovviamente vantava anche di un controllo “Preamp Volume” (noto spesso come “Gain”). Il Gain consente al chitarrista di dosare la quantità di distorsione nella sezione del preamplificatore mantenendo basso il volume generale del finale di potenza, quindi dell’amplificatore. Il livello di uscita complessivo è determinato dal controllo Master Volume, da qui il nome logico “Master Volume”.

Migliorare la perfezione
A causa della crescente richiesta di maggiore distorsione e sustain a livelli di volume più bassi, Marshall si fece avanti con la serie Master Volume nel 1975. “Quell’amplificatore è nato perché i chitarristi dell’epoca volevano il suono Marshall, ma, sempre più spesso, si trovavano a perdere ingaggi a causa del volume ingestibile degli amplificatori troppo potenti e abbassare il volume non era un compromesso da prendere in considerazione in quanto il suono generale cambiava in modo radicale.

Essenzialmente, i progettisti di Marshall hanno preso le testate Super Lead da 100 watt (modello 1959) e 50 watt (modello 1987) e hanno collegato in cascata gli stadi di guadagno del preamplificatore, correggendo le tarature sul secondo stadio, poi anno aggiunto il tanto desiderato controllo di Master Volume in uscita al preamplificatore. Le due testate risultanti erano la 2204 da 50 watt e la 2203 da 100 watt. Entrambi furono un successo, in particolare il modello 2203 divenne presto leggenda diventando lo standard, in base al quale, tutti gli altri amplificatori rock sono stati giudicati e presi come riferimento. Erano amplificatori semplici, design interamente valvolare, un solo canale, con un suono leggendario.

JMP o JCM800?
Nel lontano 1966, non solo la nazionale di calcio inglese vinse la Coppa del Mondo, ma Jim Marshall firmò un accordo di distribuzione internazionale con una società chiamata Rose-Morris Agency. Sfortunatamente, l’esorbitante aumento di prezzo del 55% sulle esportazioni della suddetta società significava che gli amplificatori Marshall acquistati al di fuori dall’Inghilterra non erano affatto economici. Così, quando quel contratto scadde definitivamente, all’inizio del 1981, è nata la linea JCM800.

Poiché la linea JCM800 è esistita per l’intero decennio in cui ha dominato, molti presumevano logicamente che “800” fosse un cenno agli anni ’80, specialmente quando la serie 900 seguì negli anni ’90! In verità, però, è stato un puro caso! Le lettere “JCM” stanno per le iniziali complete di Jim – James Charles Marshall. Per quanto riguarda la parte “800”? Ecco la vera storia nelle parole di Jim Marshall:

“Volevo un nuovo nome per gli amplificatori, ma ogni idea che mi veniva in mente era terribile… poi, un giorno, ho guardato il numero di targa della mia auto e ho subito pensato: ‘Ecco, è quello che useremo’. Mi ha sempre guardato dritto in faccia!”

Il pedale e l’ispirazione
Il JMP Experience sfrutta gli stessi principi delle testate sopracitate (2203 e 2204) per generare quel carattere sonoro tipico che a differenza della maggior parte dei pedali sul mercato include la possibilità di simulare (sempre in modo totalmente analogico) la saturazione del finale di potenza attraverso l’esclusivo controllo Power Amp Gain, per offrire ogni tipo di risposta in termini di compressione e risonanza.

“L’idea di realizzare questo pedale è derivata dal volere emulare il suono di chitarra di uno dei miei album heavy preferiti di sempre, parliamo di “Piece of Mind” della band britannica “Iron Maiden” del 1983. Scoprii quest’album solo in adolescenza, suonavo già la chitarra e per molti anni fu il mio suono di riferimento, in particolar modo per le ritmiche, così provai ad informarmi sul tipo di strumentazione usata per registrare questo meraviglioso disco; Internet non era ancora diffuso in quegli anni e le documentazioni ufficiali erano scarne, dovetti aspettare anni prima di venire a conoscenza che Dave Murray e Adrian Smith usarono proprio un paio di testate Marshall JMP 2203. Così mi misi al lavoro.” – Luca Colombo

I controlli
Il pedale dispone di 4 semplici controlli:

Pre Amp Gain: controlla la quantità di distorsione del preamplificatore;

Power Amp Gain: controlla la saturazione del finale di potenza virtuale, valori più alti restituiscono il tipico sag di un ampli ad alto volume;

Tone: lavora sulla risposta in frequenza della distorsione, valori bassi offrono un tono più scuro e caldo, valori alti restituiscono più mordente;

Volume: controlla il volume di uscita generale offrendo un boost di circa 20db.

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